
Scrive bene il giornalista Filippo Ceccarelli nel suo commento alle foto: "Non sono foto, sono visioni. Al dunque pare una differenza impercettibile, ma a vederle tutte insime, anche quelle scartate per questioni tecniche [...], ecco a vederle una dopo l'altra comunque ci si sente storditi, perduti. Perchè non sono foto, tutte queste, ma apparizioni. Illuminazioni, rivelazioni, allegorie. Si offrono agli occhi della mente, giocano con i simboli, parlano all'inconscio. [...] Ma poi, e davvero, che cosa è la teofania se non la manifestazione di qualcuno che si ritiene superiore, divino, in forma di estasi, di sogno o, appunto, di visione?"
Per esteso nell'articolo, la riflessione sembra una summa perfetta del risultato che l'album suscita nel lettore. E i medesimi tasti sembra toccare l'azzeccatissima trasposizione linguistica del seguente montaggio video del buon vecchio Bradas project. Con la consueta ironia del collettivo pratese, nelle sapienti evoluzioni del multimediale, una miriade di fotografie presenti in rete prende vita sulle note di un pezzo dei Genesis, "Jesus he knows me". Un'interpretazione in qualche modo perfettamente coincidente con il significato sopraesposto dall'articolista dell'Espresso, a confermare quasi un substrato iconografico, una percezione collettiva, una sorta di linguaggio che non sembra eccessivo definire simbolico.
Buona visione e buon ascolto!
Silvy - A Tribute (by bradas.it)
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3 commenti:
Ma parliamo anche dell'opposizione!
C'é un inpedimento pratico alla tua richiesta, quella fa solo piangere.
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